Altitudine e malessere: come affrontare il mal di montagna, precauzioni e rimedi per evitare sintomi o ripercussioni.
Se leggi questo blog, saprai sicuramente che l’altitudine può avere effetti positivi sulla salute, specialmente per individui con patologie sanguinee o vascolari. Tuttavia, non bisogna dimenticare che l’esposizione alle alte quote può comportare disturbi ed effetti collaterali, a causa della minor capacità del corpo di assimilare ossigeno.
Un fenomeno conosciuto come “malattia da altitudine” o “mal di montagna”, che si verifica solitamente a quote oltre i 3.000 metri.
La maggior parte delle persone, infatti, può tranquillamente raggiungere i 2.500 metri di altitudine senza avvertire i classici sintomi del mal di montagna. Oltre questa quota, il 20% degli individui può iniziare ad accusare malessere. Percentuale che sale al 40% oltre i 3.000 metri.
Questo si verifica in quanto, all’aumentare dell’altitudine la presenza di ossigeno nell’aria resta costante, ma la pressione atmosferica aumenta, rendendo l’ossigeno meno disponibile per l’organismo.
Indice contenuti
Malattia da altitudine: a che quota si verifica?
Non esiste una quota, per così dire, “standard” per avvertire i tipici sintomi del mal di montagna. Ogni persona è più o meno predisposta e sensibile a questo disturbo, che può essere condizionato da vari fattori (velocità nell’ascesa, permanenza ad alta quota, quota a cui si dorme, e così via).
Ciò che è possibile calcolare, invece, è la capacità di ossigeno disponibile da quota a quota. Per esempio, oltre i 5.000 metri, questa è praticamente la metà di quella assimilabile sul livello del mare. Fattore che comporta, con più facilità, problemi di natura fisica correlati al mal di montagna (anche se non mancano casi di celebri scalatori arrivati ben oltre i 5.000 metri senza ausilio di ossigeno!).
A 1.600 metri, invece, dove potrebbero trovarsi alcuni tra i più suggestivi paesi di montagna italiani, la quota di ossigeno è inferiore al 20% rispetto alle città costiere. Questo fattore può comportare problemi per un numero tutto sommato contenuto di individui predisposti ed è facilmente superabile grazie all’ausilio di terapie specifiche, se non è di natura cronica.
Sintomi del mal di montagna
Gli organi più interessati dal mal di montagna sono il cervello e i polmoni. Non a caso, le sintomatologie più comuni, e quelle più gravi, riguardano effetti collaterali alla disfunzione dei due.
I principali sintomi della malattia da altitudine comprendono cefalea, affaticamento, nausea o perdita dell’appetito, irritabilità, respiro affannoso e stato confusionale.
Nei casi più gravi, dovuti a esposizioni prolungate o salite di quota troppo repentine, può verificarsi perdita di conoscenza della persona, edema cerebrale e polmonare, fino al coma. Si tratta, comunque, di eventi rarissimi e relegati ad altitudini davvero importanti.
Tra i sintomi comuni figurano, inoltre, insonnia, emorragia retinica (cioè piccole perdite di sangue, localizzate nel bulbo oculare) e gonfiore di mani, piedi e volto, specialmente al mattino.
Bambini e altitudine: quale quota è sicura?
Iniziamo col dire che, secondo una vecchia concezione, è meglio non portare bambini sotto i cinque anni di età oltre i 1.000 metri di altitudine. Questa convinzione è, in realtà, del tutto priva di fondamento ma, allo stesso tempo, è importante non esagerare. Bambini e neonati sono più sensibili al mal di montagna e devono, pertanto, acclimatarsi con maggiore attenzione e rispettare un periodo di ascesa più graduale e rigoroso.
In linea di massima, per precauzione, è bene non superare i 2.500 metri di quota con bambini da 2 a 5 anni, e andare oltre i 2.500 metri solo dopo i 5 anni di età.
Rimedi naturali contro il mal di montagna
Erroneamente si crede che la masticazione delle foglie di coca da parte dei popoli indigeni del Perù e di altri Paesi contraddistinti da insediamenti ad alta quota sia utile ad affrontare la salita con maggior vigore. Gli effetti della pianta, in realtà, servono a contrarre proprio alcuni dei principali sintomi del mal di montagna, come la confusione mentale e il senso di spossatezza.
Rimedi omeopatici o naturali contro il mal di montagna possono essere impiegati per alleviare alcuni dei più comuni sintomi di questa patologia. In questo senso, zenzero, arsenicum album o alloro possono essere utili, per esempio, contro nausea e vomito, mentre lavanda serpillo, timo o pulsatilla contro il mal di testa, e così via.
Farmaci e rimedi contro il mal di montagna
La diagnosi del mal di montagna può essere effettuata sulla base dei sintomi o, nel caso di edemi polmonari o cerebrali, attraverso esami specifici. Il modo migliore per prevenire questo disturbo è una salita di quota graduale e controllata.
L’altitudine durante le ore di sonno è fondamentale e rappresenta un fattore importante più della quota raggiunta durante il giorno per scongiurare i rischi della malattia da altitudine. In questo senso, è bene rispettare la misura dei 500 metri di stacco tra una notte e l’altra e, possibilmente, attendere 3-4 notti prima di dormire ad una altitudine superiore.
In questo modo si favorisce l’acclimatazione dell’organismo alla quota, riducendo i fattori di rischio.
Prima di assumere farmaci contro il mal di montagna è importante consultare un medico. Tra questi, l’acetazolamide e il desametasone rappresentano i principali principi attivi per combattere i disturbi da altitudine e, la cosa migliore, è quella di assumerli in forma preventiva la notte prima di affrontare l’ascesa del giorno successivo, più che alla comparsa dei sintomi, per alleviarli quando già presenti.
Nella gran parte dei casi, tuttavia, la patologia è di natura transitoria e regredisce naturalmente anche solo scendendo di quota.
L’assunzione di analgesici come i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) può essere utile per la prevenzione della cefalea da alta quota. Tuttavia, mal di testa o altre manifestazioni del disturbo costituiscono un campanello di allarme che è sempre bene non “mascherare” o sottovalutare, quando si è impegnati in un’ascesa montana.
In linea di massima, evitare sforzi fisici eccessivi per un giorno o due dopo l’arrivo in quota può contribuire a prevenire la malattia da altitudine. È opportuno evitare il consumo di alcool in dosi eccessive, oppioidi e sedativi, soprattutto prima di coricarsi.
Mal di montagna cronico o acuto
I disturbi dettati dall’altitudine possono raggiungere una forma cronica o acuta in persone che vivono stabilmente a quote piuttosto elevate (cioè sopra i 2.500 / 3.000 metri). In questo caso è opportuno consultare un medico per scongiurare il rischio di patologie connesse agli effetti collaterali del disturbo.
Nella stragrande maggioranza dei casi, come detto, il mal di montagna è avvertito solo da un numero contenuto di individui esposti ad altitudini importanti. Non deve perciò preoccupare eccessivamente, salvo in caso di organizzazione di escursioni ad alta quota.
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