← Torna alla lista

Cortinametraggio: il festival del Cinema di Cortina tra i più importanti in Italia

Intervista a Niccolò Gentili, direttore artistico del Cortinametraggio: festival del cortometraggio di Cortina.

Il festival di cortometraggi di Cortina è giunto alla sua 18° edizione, contraddistinta dalla presenza di ospiti illustri del calibro di Laura Morante, Francesco Pannofino, Roberto De Paolis, Piergiorgio Bellocchio e ancora molti altri. 

Opera vincitrice dell’edizione 2023 di Cortinametraggio è stato il corto “The Delay”, del regista Mattia Napoli. La redazione di CasaMontagna ha contattato Niccolò Gentili, regista e direttore artistico del festival, per chiedergli di raccontarci qualcosa in più sulla storia di questo importante appuntamento del cinema italiano e dell’ultima emozionante edizione. 

Com’è nata l’idea di Cortinametraggio e quali sono stati gli obiettivi iniziali del Festival?

Il festival è stato ideato da Maddalena Mayneri per sostenere il giovane cinema italiano e i suoi protagonisti. Per dare, cioè, luce e spazio a nuovi registi, contribuendo alla promozione delle loro opere. Un intento che, nel corso degli anni, ha effettivamente dato i suoi frutti: non a caso, registi oggi affermati, come Paolo Genovese, Alessandro Capitani, Giuseppe Marco Albano e molti altri, sono passati proprio da Cortina e dal suo festival, spesso da vincitori, quando ancora erano poco noti.

Perché la scelta di Cortina quale location di questo importante evento? La città ha un legame con il mondo del cinema?

Sicuramente l’ideatrice del festival ha un rapporto speciale con questa città, pur essendo di Trieste. Cortina è un luogo ospitale, che nel tempo ha saputo ritagliarsi un suo piccolo spazio all’interno di un settore come quello cinematografico, specialmente nel caso di film ambientati in montagna, come quelli di Natale o alcune scene del film “Solo per i tuoi occhi”, della saga di James Bond, dove Cortina fa da scenario alla missione del famoso agente segreto. 

Parlando del Festival: quali sono i criteri di selezione dei lavori che partecipano a Cortinametraggio?

Siamo alla ricerca delle voci che riteniamo più mature, più coraggiose. Non vige un limite di genere, ma solo di durata, che è quella di 20 minuti per ogni opera. Per il resto ci facciamo guidare da quella che consideriamo la qualità delle storie, la profondità del racconto, il coinvolgimento emotivo che è in grado di far scaturire.

Il festival di Cortinametraggio predilige uno o più generi cinematografici in particolare?

Cortinametraggio ha da sempre riservato uno grande spazio alla commedia nella sua storia.

Negli ultimi anni, tuttavia, abbiamo scelto di aprire un po’ il fronte a generi e tematiche differenti. Quest’anno, per esempio, hanno fatto parte della selezione un corto horror, un dramma, un western e un dramedy, oltre alle commedie.

Come detto, importante per noi è che siano voci originali, vere, autentiche, che colpiscano, indipendentemente dal tipo di racconto cinematografico.

Quali opportunità offre un Festival come Cortinametraggio per nuovi talenti, registi emergenti e maestranze del cinema in generale?

Cortinametraggio è oggi considerato il più importante festival di cortometraggi a livello nazionale e questo è molto interessante perché, a parte la qualità enorme delle giurie di ogni edizione (nel 2023 composta da Laura Morante, Francesco Pannofino, Roberto De Paolis, Piergiorgio Bellocchio, insieme a molti altri – nda) è sicuramente un luogo di incontro tra addetti al settore, come giornalisti, critici, registi e giovani attori che ora spiccano tra i volti noti.

Quest’anno, per dire, sono stati con noi personaggi importanti come Selene Caramazza, Rocco Fasano e Francesco Centorame. Il festival è senza dubbio un’ottima occasione per fare incontri con esperti del settore che arrivano a Cortina praticamente da tutta Italia.

L’aspetto per me più bello ha una connotazione emotiva, perchè tutto questo avviene in un clima quasi familiare, dove ci si vuole bene e si condividono le proprie storie ed esperienze, creando sodalizi che durano nel tempo.

Io stesso sono in contatto con ragazzi e ragazze incontrati durante le diverse edizioni del festival con i quali, ancora oggi, ci scambiamo consigli, pareri e collaborazioni. Credo che questo rappresenti al tempo stesso il più bel regalo e la più grande potenzialità di un festival come Cortinametraggio, davvero fedele al suo spirito.

Ricorda qualche momento in particolare, divertente o commovente, delle scorse edizioni e di questa edizione del Festival?

È molto difficile per me individuarne uno in particolare. Ogni edizione è a suo modo emozionante, insomma sono molto legato a questo evento.

I momenti più belli sono, senza dubbio, quelli in cui ascolto il pubblico restituire emozioni e impressioni in sala. Ridere, commuoversi, partecipare in maniera coinvolta: questo è il grande valore aggiunto, i “best moments” del festival.

Vedere che le storie di ragazzi e ragazze, messe in piedi con grande dedizione, difficoltà e passione, riescano a fare breccia nel cuore della gente è il successo più grande. Il traino, la motivazione per cui credo valga davvero la pena continuare a fare questo lavoro.

Parliamo della storia del Festival: come si è evoluto Cortinametraggio nel corso degli anni?

Nonostante Cortinametraggio sia oggi alla sua 18° edizione, sono entrato in contatto con il Festival solo nelle ultime 7. Prima da semplice appassionato, poi da concorrente e, infine, come direttore artistico. Posso quindi parlare di quale evoluzione questo evento abbia rappresentato per me.

Dapprima un trampolino per la promozione del cortometraggio “Volevamo fare u’cinema”, prodotto nel 2017, in seguito l’occasione del grande sodalizio nato con Maddalena e il resto dell’organizzazione del Festival, 4 anni fa, poi la grande emozione di diventare parte attiva e integrante di un progetto ambizioso, di un evento come quello di Cortina, considerato come detto, uno dei festival del cinema più importanti d’Italia. 

Ogni anno è stato diverso. C’è stata una crescita esponenziale del prestigio, della qualità e della celebrità di questo Festival, che sicuramente porterà a nuove evoluzioni anche in futuro.

Quali sono i vostri, e i suoi consigli, per registi che desiderano partecipare al Cortinametraggio con le loro opere?

Beh, sicuramente di essere sinceri, di avere coraggio, di non arrendersi. Di riuscire a girare corti senza paura, con tutte le difficoltà che, purtroppo, ancora sussistono nel cinema italiano. 

Abbiamo avuto un esempio bellissimo con il vincitore dell’edizione di quest’anno: un corto che ha faticato a trovare finanziamenti, fino alla decisione di girarlo autonomamente. Alla fine è arrivato a Cortina e ha vinto. Bisogna lottare, bisogna sognare.

Proprio in merito al film vincitore di quest’anno, “The Delay” di Mattia Napoli, posso chiederle quali sono state le motivazioni della giuria che ha assegnato il premio?

Penso che “The Delay” di Mattia Napoli sia uno dei corti più originali, se non il più originale, che ho visto da quando faccio questo lavoro. Il regista è un artista maturo, che deve fare questo lavoro perché ha una grande visione e una grande capacità di messa in opera. 

Un’opera di qualità molto alta, che sono felice abbia ricevuto questo premio. La giuria ha premiato proprio l’originalità della storia. Perché ha avuto un guizzo di genio notevole. C’è davvero del genio in quel corto.

Secondo lei, quali sono le principali difficoltà o opportunità nel promuovere e sostenere la produzione di cortometraggi oggi in Italia?

Purtroppo in Italia è tutto ancora un po’ diverso rispetto ad altri Paesi europei, come la Francia per esempio, dove i cortometraggi hanno spazi e canali di distribuzione strutturati e vengono acquistati e trasmessi per la televisione, in prima e seconda serata.

Questo aspetto conferma l’importanza di festival come quello di Cortina, per dare respiro e dignità ad opere caratterizzate da un proprio linguaggio. Qualcosa inizia a muoversi anche in questo senso, con il sempre maggiore interesse da parte di piattaforme come The Film Club, quest’anno partner di Cortinametraggio, sul quale è possibile vedere le opere selezionate dalla giuria. 

In Italia, il cortometraggio è visto come un biglietto da visita del regista, nel senso del modo in cui questo si presenta alle produzioni, in cui mostra il proprio talento e, a me, questo un po’ dispiace perché credo sia riduttivo in quanto il corto è davvero una bellissima forma d’arte.

Diversa, alternativa rispetto ad altri formati, ma con pari dignità. Un po’ come nel caso del romanzo e del racconto breve: un modo diverso di fare arte.

Mi dispiace che in Italia non ci sia ancora una distribuzione più grande, ma ci sono opportunità per entrare in contatto con queste brevi storie, proprio come quelle offerte dal Festival del cinema di Cortina.

Cortinametraggio ha all’attivo delle sinergie con altri Festival del cortometraggio o del cinema italiani e non?

Il più importante, ovviamente, è quello con il Festival del Cinema di Venezia, all’interno del quale ogni anno viene presentata la nuova edizione di Cortinametraggio. Festival che personalmente amo in modo profondo.

Inoltre, ogni anno è ospite da noi Nicola Timpone, Presidente del Marateale, con il quale c’è una bellissima collaborazione. “Marateale” è sicuramente uno tra gli eventi più belli e importanti del cinema italiano che invito caldamente a seguire e supportare.

Inizia subito a cercare la soluzione più adatta alle tue esigenze
tra le splendide case di Era Group di Roma.
Lasciati ispirare dall’incanto della neve e dedica la spesa giusta per realizzare il tuo sogno.

Compare listings

Confrontare